I Radioamatori, in caso di vera emergenza, sono una componente importantissima nelle prime 24/48 ore dell'evento perchè possono, con i loro mezzi, assicurare le comunicazioni radio, in quanto in alcuni tipi di disastri e calamità vi è l'interruzione dei normali mezzi di comunicazione.
Il regolamento di attuazione dello Statuto
all'art. 7 - A.R.I. radiocomunicazioni di emergenza:
"Per fornire una coordinata partecipazione dei propri Soci ai servizi di telecomunicazioni di emergenza, l'ARI si avvarrà delle strutture Dell'ARI Radiocomunicazioni di Emergenza"
Ciò implica la loro disponibilità, a livello di volontariato, nell'attività di Protezione Civile.
In tutte le Prefetture nazzionali sono presenti delle stazioni radio gestite dai radioamatori, con prove di sintonia mensili; queste si rivelano molto utili in caso di emergenza.
L'organizzazione interna dell'Associazione Radioamatori Italiani prende il nome di A.R.I.-R.E. (Radiocomunicazioni di Emergenza) ed ha come funzione lo svolgimento, da parte dei propri aderenti, di tutte le attività di Protezione Civile, in forma gratuita, per favorire le popolazioni che vengono colpite da calamità, quando sia stato dichiarato lo stato di emergenza da parte delle Autorità preposte.
I Radioamatori operano nelle radiocomunicazioni alternative per garantire i collegamenti richiesti dalla Pubblica Autorità (normalmente la Prefettura).
La struttura prevede un coordinatore di Sezione, un coordinatore regionale ed un coordinatore nazionale, che è il presidente pro-tempore dell'A.R.I. e, su sua delega (normalmente), un componente del Consiglio Direttivo Nazionale.
La struttura è costituita da Radioamatori volontari (Soci dell'A.R.I.) che debbono avere una buona preparazione scientifica, attrezzi ed in grado di realizzare reti di comunicazione utilizzando tutti i moderni modi di comunicazione (dalla fonia, alle immagini video, al digitale).
L'organizzazione A.R.I.-R.E. svolge attività per garantire la sicurezza nei grandi eventi, in occasione di attività sportive ed automobilistiche anche su territori vasti, questo è molto utile per aumentare la preparazione e l'efficienza di questo gruppo, poichè le situazioni operative ed ambientali sono difficili e simili alle situazioni operative che si possono avere nell'emergenza reale.
I Radioamatori hanno prestato la loro utile opera in tutti gli eventi calamitosi che da anni si abbattono sulla nostra Nazione: dal Belice (1968) al Friuli (1976), dal Polesine (1951) all'Irpinia (1980), alla Val Nerina, a Firenze (1966).
dal "Nuovo Manuale degli Esami", di I0SNY/I0SKK/IZ0ISD
I collegamenti radio, nel contesto di un’azione di protezione civile, possono essere diversi:
Costituiscono la rete telefonica e le reti di servizio normale (VVF, PS, CC, 118, CRI,…) ovvero, si affiancano ad esse per avere maggiori canali di comunicazione sempre aperti senza il rischio di linee occupate a causa di eccessivo traffico o di avarie. Una maglia radio provinciale potrà essere costituita dai seguenti collegamenti:
- COC (o UCL): l’operatore sul territorio genera le informazioni primarie o riceve l’ordine esecutivo finale;
- COC – COM: si effettuano le trasmissioni di messaggi di richiesta di soccorso e/o di informazioni;
- COM – CCS – REGIONE – DPC: si effettuano le trasmissioni di messaggi di richiesta di soccorso e/o di informazioni di grado più elevato rispetto ai precedenti.
Collegamenti “non in rete” effettuati fra postazioni di una medesima organizzazione con la propria sede o fra membri di diverse squadre della medesima organizzazione.
- Collegamenti “non in rete” effettuatifra squadre di diverse organizzazioni e la stazione di coordinamento dell’emergenza;
- Collegamenti “ad hoc” fra due postazioni interessate da particolari esigenze.
Lo spettro elettromagnetico utilizzabile per le radiocomunicazioni è molto vasto, ma anche i servizi che necessitano di radiocomunicazioni sono numericamente molto elevate; di conseguenza, lo spazio destinato agli usi di protezione civile è, in definitiva, molto limitato.
Nasce quindi l’esigenza di piani provinciali di utilizzo delle frequenze, cheprevede l’assegnazione concordata di bande canali in funzione:
HF (High Frequency): da 1500 KHz a 30 MHz
Si tratta della banda più “vecchia”, dove le onde radio possono percorrere itragitti più lunghi seguendo la curvature della terra e le riflessioni sia del suolo che della stratosfera; con questa frequenza, inoltre, le onde radio sono in grado di attraversare, senza grosse perdite, gli ostacoli rappresentati da case, boschi, ecc. Necessitano però di grande dispendio di energia e di antenne molto lunghe.
In Protezione Civile una porzione di questa banda viene utilizzata dai Radioamatori per i collegamenti fra le Prefetture ed il Ministero degli Interni a Roma; a livello locale, con apparati di debole potenza e conrisultati modesti, si puòutilizzare la sottobanda dei 27 MHz, conosciuta come “banda cittadina”.
VHF (Very High Frequency); da 30 MHz a 300 MHz
La caratteristica principale di questa banda è la presenza, nella parte alta della stessa, di molti servizi private e di quasi tutti i servizi di pubblica assistenza (VVF, CRI, 118,…); nella parte basse è allocate la banda 43 MHz che viene spesso usata dale associazioni e dai gruppi comunali di protezione civile.
In questa banda, a partire già dai 130 MHz, i collegamenti si effettuano in portata cosiddetta “ottica”, in quanto le onde radio non riescono a seguire la curvatura della terra ed iniziano a manifestare un discreto assorbimento quando attraversano muri e zone abitate.
UHF (Ultra High Frequency): da 300 MHz a 3.000 MHz
In questa banda, la direzionalità e la trasmissione a portata ottica diventano le caratteristiche peculiari che permettono alle apparecchiature radio di effettuare collegamenti anche di parecchi Km con pochissima potenza. Per contro, basta un ostacolo fra la trasmittente e la ricevente per compromettere il collegamento.
Altre bande
Poca rilevanza per le attivitàdi Protezione Civile. Bande inferiori si utilizzano persegnali orari campione e di posizione, bande superiori (microonde) sono importantissime per i collegamenti con i satelliti.
In Italia l’uso delle TLC è regolamentato dal D.Lgs. 259/03 del 01.08.2003.
Ne viene concesso l’uso da parte del DPC per periodi temporanei e delimitati dietro richiesta di un Ente o Associazione.
Richiede apparati abbastanza costosi e l’efficienza in isofrequenza è di qualche Km; con l’utilizzo di appositi ponti ripetitori installati in posizioni sopraelevate si puòcoprire l’intero territorio provinciale.
Bande HF – 43 MHz e 27 MHz (Enti o Associazioni)
Occorre un’autorizzazione generale rilasciata dal Ministero dello Sviluppo Economico – Dipartimento per le Comunicazioni – dietro l’inoltro di documentazione apposita. La frequenzaè prevista dalla normativa.
Richiede apparati di debole potenza, molto economici e di facile reperibilità sul mercato; tra gli svantaggi, il raggio di coperture è molto modesto.
Banda UHF – LPD 433 MHz
Utilizza piccolissime ricetrasmittenti delle potenza di 10 mW, dal consumo irrisorio, ma solo con antenne entrocontenute. È molto indicata per i collegamenti radio all’interno di una squadra ed in un territorio ristretto.
UHF – PMR 446 MHz
Occorre un’autorizzazione generale rilasciata dal Ministero dello Sviluppo Economico – Dipartimento per le Comunicazioni – dietro l’inoltro di documentazione apposita.
La frequenza è prevista dalla normativa → NO Protezione Civile
Utilizza piccolissime ricetrasmittenti delle potenza di 500 mW, dal consumo irrisorio, ma solo con antenne entrocontenute.
Bande VHF – UHF – PMR (Ponti radio)
Occorre l’autorizzazione generale rilasciata dal Ministero dello Sviluppo Economico – Dipartimento per le Comunicazioni – dietro presentazione di documentazione con le schede tecniche delle apparecchiature, la loro localizzazione (ponte radio), il raggio di copertura. La frequenza viene assegnata d’ufficio.
Le bande di frequenza ad uso privato PMR tecnicamente dono assimilabili a quelle radioamatoriali, in quanto le apparecchiature sono le medesime, ma con diverso sistema di programmazione. La differenza sostanziale è una sorta di esclusività della “concessione d’uso” della frequenza (codice CTCSS), in quanto l’Ente, il Comune o l’Associazione concessionaria ne diventa unica utilizzatrice in una determinata area.
Bande “personali” utilizzabili in PC
Bande CB: uso libero subordinato ad una dichiarazione legata ad un’unica persona
Bande radioamatoriali: uso autorizzato dietro una denuncia di inizio attività previo conseguimento della “patente” radioamatoriale
RADIO PORTATILI– PALMARI:
apparati di piccole dimensioni che contengono inun unico pezzo tutte le sezioni caratteristiche delle radio (alimentazione, microfono, altoparlante ed antenna).
Criticità: alimentazione a batterie e bassa potenza.
RADIO VEICOLARI:
apparati che si installano a bordo degli automezzi, necessitano di una fonte di alimentazione esterna, di un’antenna, di un microfono e di un altoparlante. Il corpo centrale contiene i circuiti di sintonia, ricezione e trasmissione.
RADIO FISSE:
apparati che contengono all’interno i circuiti di sintonia, ricezione, trasmissione ed un alimentatore epossono essere collegati direttamente alla rete 220 V. Normalmente sono di dimensioni voluminose e si utilizzano nelle sale radio con un’antenna fissa.
TRASMISSIONE: in fonia, ma alcune di esse possono anche trasmettere dati (immagini da telecamere, documenti e file da pc, coordinate topografiche da GPS, rilevamenti pluviometrici,…).
L’antenna di un ricetrasmettitore è uno degli elementi più importanti per la buona riuscita di una trasmissione/ricezione: senza di essa anche il miglior apparecchio radio diventa inutilizzabile. La qualità di un’antenna viene indicata dal suo GUADAGNO, misurato in dB: maggiore è questo valore, migliore sarà il rendimento della stessa.
Lunghezza ideale = lunghezza d’onda della frequenza per cui viene utilizzata → in realtà si utilizzano antenne aventi lunghezze standard di 1/2 d’onda, 1/4 d’onda, 5/8 d’onda o “caricate” (avvolgendo, cioè, delle bobine di carico – cavo di rame a spirale intorno ad un supporto cilindrico diplastica – alla base o a metà stilo).
Per accordare un’antenna (anche quelle dei dispositivi portatili), la si accorcia o la si allunga (procedendo al taglio di massimo 5 mm di stilo per volta), secondo quanto indicato dal ROSMETRO, strumento di misura che, collegato in serie tra trasmettitore ed antenna, fornisce il rapporto onde stazionarie (ROS). La semplice regola è:
Un buon cavo coassiale che colleghi l’antenna alla radio è indispensabile per il buon funzionamento dell’impianto.
a) direttiva in polarizzazione orizzontale
b) direttiva in polarizzazione verticale
c) e d) omnidirezionali in polarizzazione verticale
e) due direttive accoppiate in polarizzazione verticale (in questo modo si raddoppia il guadagno)
È possibile praticare un foro al centro del tetto o utilizzare una base magnetica che consenta un rapido trasferimento dell’antenna da un mezzo ad un altro; in questo secondo caso, tuttavia, l’antenna avrà un rendimento inferiore rispetto ad una installazione fissa.
REGOLA FONDAMENTALE: “ricorda che chi riceve il tuo messaggio non è sul posto e non può vedere e percepire quello che tu dai per scontato”.
La descrizione del sinistroè di estrema importanza per chi dovrà gestire l’emergenza. Più precise ed immediate sono le informazioni, più correttamente si potrà valutare la situazione.
È importante ricordare di trasmettere il messaggio o l’eventuale richiesta di soccorso cercando di non tralasciare i dati fondamentali né riportando suggerimenti dicarattere operativo se non dettati da competenza specifica; un metodo efficace è rifarsi alle 5W del giornalismo inglese:
È fondamentale indicare sempre la FONTEdell’informazione.
È sempre opportuno che ci sia un COORDINATORE DELLE COMUNICAZIONI.
- INTENSITA’ del SEGNALE: misurata da un apposito strumento montato sulle apparecchiature radio (“S” meter)
- COMPRENSIBILITA’DELLA VOCE RICEVUTA:
- RADIO 5: comprensibilità 100% - forte e chiaro
- RADIO 4: comprensibilità 80% - buono
- RADIO 3: comprensibilità 60% - appena comprensibile
- RADIO 2: comprensibilità 40% - comprensibilità a tratti
- RADIO 1: comprensibilità 20% - non comprensibile
- RADIO 0: assenza di modulazione – nessuna ricezione
Assicurarsi sempre che l’interlocutore ne sia a conoscenza prima di utilizzarli.
QRA Nominativo della stazione
QRB Distanza tra le due stazioni
QRG La vostrafrequenza esatta è:...
QRK Comprensibilità della modulazione
QRM Sono disturbato
QRN Sono disturbato da interferenze
QRT Sospensione della trasmissione
QRX Chiudo. Richiamerò alle ore:...
QRZ Siete chiamati da:...
QSA Forza del segnale
QSL Accuso ricevuta della trasmissione
QSO Comunicazione diretta
QSP Ritrasmissione del messaggio
QSY Passaggio ad altra frequenza
QSX In ascolto radio
QTC Messaggio destinato a:...
QTH Posizione o località
QTR Ora esatta
QUA Trasmissione notizie
tutte le lettere dell'alfabeto fonetico che sono isolate nel testo del messaggio devono essere espresse con l'equivalente. Il medesimo sarà usato anche nella compitazione (spelling) di nomi complessi per evitare errori di interpretazione.
Lettera | NATO |
A | ALFA |
B | BRAVO |
C | CHARLIE |
D | DELTA |
E | ECO |
F | FOXTROT |
G | GOLF |
H | HOTEL |
I | INDIA |
J | JULIET |
K | KILO |
L | LIMA |
M | MIKE |
N | NOVEMBER |
O | OSCAR |
P | PAPA |
Q | QUEBEC |
R | ROMEO |
S | SIERRA |
T | TANGO |
U | UNIFORM |
V | VICTOR |
W | WHISKY |
X | X-RAY |
Y | YANKEE |
Z | ZULU |
La tecnologia dell'informazione e della comunicazione, più conosciuta con il sinonimo inglese information and communication technology, in sigla ICT, è l'insieme delle tecnologie che consentono di elaborare e comunicare l'informazione attraverso mezzi digitali.
Rientrano in quest'ambito lo studio, la progettazione, lo sviluppo, la realizzazione, il supporto e la gestione dei sistemi informativi e di telecomunicazione computerizzati, anche con attenzione alle applicazioni software e ai componenti hardware che le ospitano.
Il fine ultimo dell'ICT è la manipolazione dei dati tramite conversione, immagazzinamento, protezione, trasmissione e recupero sicuro delle informazioni.
L'ICT rappresenta una risorsa essenziale, dal momento che diventa sempre più importante riuscire a gestire in maniera rapida, efficace ed efficiente il volume crescente di informazioni. Proprio per questo motivo l'ICT va considerata come arma strategica in grado di mettere a disposizione dati e informazioni qualitativamente migliori, grazie alle diffusione della tecnologia e dell'interconnettività.
L’applicazione delle tecnologie spaziali nella gestione delle emergenze soddisfa molti bisogni, tra cui:
- monitoraggio;
- trasmissione e scambio di informazioni;
- localizzazione di persone, risorse e beni.
La “chiave” di lettura è quindi rappresentata dall’INTEROPERABILITA’:
Si riporta, di seguito, uno scenario rappresentativo delle comunicazioni in un contesto emergenziale, con particolare riferimento allo sviluppo delle tecnologie satellitari attraverso i Centri Ricetrasmittenti Nomadici (carrelli avio/elitrasportabili) realizzati da Telespazio S.p.A. su incarico del Dipartimento Nazionale della Protezione Civile, come dotazione per ogni Sezione Regionale.
dal "MANUALE DA CAMPO della Protezione Civile", Regione Lombardia